Installazione con buildout

Note

Avvertenza

Questa documentazione è qui per motivi storici. Attualmente facciamo il deploy usando docker e creiamo i docker nella continuous integration di heptapod quindi questi metodi sono usati solo in sistemi vecchi

Scopo del setup illustrato qui di seguito è:

  • Creare un workflow in cui il setup di un sito sia fulmineo, almeno per quanto riguarda il lavoro umano…

  • Creare una setup isolato e riproducibile. Le librerie utilizzate devono essere sotto stretto controllo del programmatore

  • Deve essere possibile derogare se necessario (ad esempio non vogliamo ricompilare il modulo ‘uno’ necessario per collegarsi a Libreoffice)

Possibili alternative

le alternative possibili sono

  1. virtualenv

  2. buildout (ricca documentazione su pypi)

Mentre virtualenv risulta particolarmente efficace per l’isolamento, buildout risulta più pratico per la configurabilità. Noi useremo buildout costruito dentro un virtualenv. Entrambi richiedono di compilare alcuni pacchetti quindi devono essere installati anche alcuni pacchetti dev. Usiamo la versione buildout > 2.0, la versione precedente utilizzava un sistema abbastanza differente/

Buildout plus

Il motivo principale per cui sono a favore di buildout rispetto a pip è che è molto più rigoroso nella verifica delle dipendenze. Con pip se installo django==1.1.11 e poi installa django-cms==2.4 mi viene disinstallato django-1.1.11 in favore di uno più vecchio che è un comportamento che spesso mi introduce errori.

Molte volte ci siamo trovati situazioni non riproducibili.

Il secondo motivo per cui assolutamente reputo che pip sia il male è che non distingue fra pacchetti richiesti esplicitamente e dipedenze. Questo problema dovrebbe essere affrontato da pipenv un nuovo strumento che promette di essere più utile.

Buildout in pratica

L’installazione di jumbo e dei siti che lo usano viene fatta usando buildout nel seguente modo:

hg clone http://hg.thundersystems.it/siti/www.mysite.it
cd www.mysite.it
jmb-go -3Bd
dj    # equivalente a bin/django shell = ./manage.py shell

Configurazioni una tantum

Questo semplice sistema prevede che siano state prese alcune precauzioni una volta nel sistema (non per ogni pacchetto/sito) e che sia stato personalizzato il sistema opportunamente. Il modo facile è installando il pacchetto thunder-buildout dai repositori argo ma raccomando di leggere anche l’installazione manuale dove spiego i vari componenti.

installazione tramite pacchetto deb

Occorre installare il pacchetto thunder-buildout che è un pacchetto che contien pochi file ma molte dipendenze, ad esempio libreoffice che viene usato in molti progetti per produrre le stampe.

Aggiungere la sorgente argodef:

echo deb http://apt.argolinux.org precise main >> /etc/apt/sources.list
wget -q -O - http://apt.argolinux.org/dists/stretch/public.key | sudo apt-key add -
apt-get update
apt-get install jmb

Attenzione che il pacchetto installa una situazione funzionante comprensiva delle seguenti configurazioni:

  • configurazione in /root/.buildout (leggi in seguito)

  • configurazione in /home/www (leggi sotto)

  • fornisce i comandi

    dj

    interazione fondamental, equivalente a manage.py ma chiama Python nell’ambiente virtuale corretto e può essere chiamato da qualunque sottocartella del progetto. Utile anche per generare documentazione e fare upload della stessa dj dj

    py

    chiama ip python dell ambiente virtuale

    ipy

    chiama ipython dell’ambiente virtuale

    jmb-test-setup

    utile strumento per testate quali pacchetti sono presenti nell’ambiente viutuale, generare i link ai repositori (vedi sotto), manipolare i repo sotto .src

    jmb kick

    starter di ogni applicazione. Crea un progetto/applicazione nuovi a partire da un template che viene tenuto costantemente aggiornato a come vogliamo che siano i progetti/applicazioni

    jmb-prepare

    crea i pacchetti e cura l’upload nel nostro repository pipy

    jmb-go

    una script che permette un avvio rapido di progetti

Struttura cartelle

Il comandi riportati sopra (file:python boostrap.py e file:bin/buildout) creano una struttura come la seguente:

.
|-- bin
|    `--python         << eseguibile "isolato"
|-- .develop-eggs       << egg-link ai sorgenti
`-- .src
    |-- jmb.core    <<  codice sorgente (hg clone ...)
    |-- ...

mentre altre eggs saranno depositate nella cartella indicata nella configurazionedi default ~/.buildout/default.cfg.

Sotto .src troviamo tutti i sorgenti di cui è stato fatto il checkout, ovvero quei sorgenti richiesti nella configurazione. È possibile ed è lasciata libertà (dalla ricetta, non da me) di scegliere se sostituirlo con un link simbolico. Spesso è la cosa più opportuna e per sostiture tutti i link in un sol colpo potete usare il comando:

jmb-test-setup -l

buildout.cfg

buildout usa “ricette” ed “estensioni” per implementare le cose che vogliamo fare. Le ricette che ho scelto puntano a:

creare un ambiente isolato

questo è compito di tl.buildout_virtual_python, il compito è quello di fare in modo che il nostro ambiente non “veda” nessuna libreria di sistema in modo da essere sicuri che le librerie dichiarate in setup.py e in buildout.cfg siano le uniche necessarie.

creare ambiente per django

questo è compito di djangorecipe: crea un binario chiamato django che è l’equivalente di manage.py ma che ha già impostato il path nel modo corretto: ogni volta che avremmo suato ./manage.py suiamo questo in alternativa per avere un manage.py che opera sullo stesso ambiente virtuale. Ad esempio:

bin/django test
bin/django runserver
bin/django shell
usare i nostri sorgenti

questo è compito di mr.developer. Buildout può lavorare in modo eggs o develop. In sostanza per ogni libreria utilizzata verrà creata una voce di sys.path che punta ad una cartella egg.

Suggerisco di creare la configurazione iniziale con jmb kick, o cookiecutter ma riporto un esempio di buildout.cfg che non è completo:

[buildout]
extends = thunder-buildout.cfg
develop = .                  # dichiariamo la cartella corrente
                             # come cartella in sviluppo

parts = req django ipython
extensions = mr.developer
auto-checkout = *
sources-dir = .src

[sources]
# le sorgenti elencate qui sono automaticamnete messe
# nelle develop-egg quindi disponibili senza bisogno di aggiungerle nelle egg
jmb.core = hg ${thunder:jmb2}/jmb.core
jmb.openvpn = hg ${thunder:jmb2}/jmb.openvpn

[django]
recipe = djangorecipe
settings = tsettings
eggs = django
absolute_path = True

PyCharm

Per configurare PyCharm in modo che funzioni correttamente con buildout:

  • File -> Settings… ->Build, Execution, Deployment -> Buildout Support

  • Abilitare il supporto per Buildout e come script utilizzare bin/ipython3 che si trova nella cartella locale del progetto.

../_images/pycharm.png

setup.py

Tutto il sistema di packaging di Python si basa sulla configurazione contenuta in setup.py in particolare nella direttive:

name

nome del pacchetto (es.: jumbo-core)

install_required

dipendenze esplicite del pacchetto:

['setuptools', 'xlwt', 'xlrd', 'django <= 1.2.7']
packages

pacchetti messi a disposizione (es.: [‘admin_tools’, ‘jumbo’, …]) nella maggior parte dei casi va bene il default scritto nel template usato da jmb kick:

packages=find_packages(exclude=['tests', 'tests.*'])
version

è la versione di un pacchetto, indispensabile per potere fissare le rel che veramente funzionano

package_data

sono i file che devono essere inclusi nel pacchetto anche se non sono moduli python: file css, js, html, png e txt. Oltre che qui vanno segnalati anche in MANIFEST.in. Il progetto di default mostra lesempio di come fare questo. Nel setup.py di default è inclusa la funzione get_data_files per facilitare l’inclusione degli stessi.

Una esauriente introduzione al setup può essere letta qui